Abstract
Il sistema di Rift dell’Africa orientale (ORECCHIE) è guidato dall’estensione e dall’assottigliamento della placca africana. Il rifting iniziò durante l’Oligocene (a circa 30 Ma) e persistette a intermittenza attraverso il Miocene, il Pliocene e il Pleistocene nell’Olocene. Le spaccature sono invariabilmente associate a un intenso vulcanismo e l’Africa orientale include una delle più grandi province vulcaniche della Terra. Il verificarsi di coni attivi è coerente con un pennacchio di mantello longevo che potrebbe aver ringiovanito il vecchio pennacchio di Gondwana., La maggiore attività sismica in Africa è rara, ma i terremoti di dimensioni moderate possono essere innescati da faglie attive. Si riconoscono tre rami discreti delle ORECCHIE: etiope, albertina e Gregorio. Il Rift etiope fa parte di una triplice giunzione attiva che comprende il Mar Rosso e il Golfo di Aden. Il Rifting si propagò verso sud dall’Etiopia, formando in modo sincrono il Rift occidentale o albertino, il ramo più esteso, e il più piccolo Rift orientale o Gregory. Il rifting coinvolge tre fasi distinte; pre-rift, half-graben e full graben., La fase pre-rift si manifesta con doming regionale e comprende una fase iniziale di intenso vulcanismo. Lo stadio half-graben include l’unione di orditi isolati in caratteristiche lineari. Lo sviluppo di una rift valley, o full graben, cioè un blocco down-faulted racchiuso da piattaforme di rift sollevate su entrambi i lati, è una delle caratteristiche geologiche più intriganti. Il rifting ha avuto un effetto pronunciato sulla geomorfologia dell’Africa orientale. I modelli di drenaggio, compresi i fiumi principali come il Nilo, sono stati gravemente colpiti., Una notevole differenza tra le spaccature Albertine e Gregory è che mentre il primo contiene alcuni dei laghi d’acqua dolce più grandi e profondi del mondo, il secondo è molto più arido ed è caratterizzato da una catena di laghi alcalini per lo più piccoli e poco profondi.